Informazioni
Parco delle Kentie e museo didattico annesso

Orario di apertura: da lunedi a sabato dalle ore 9.00 alle ore 13.00 , escluso i giorni festivi.

Visite guidate solo su prenotazione tramite fax 095 9702092 oppure ai numeri 3406730633, 3294282293.
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Storia di Riposto
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Credits

Comune di Riposto
Dipartimento di Botanica

Università di Catania

Ideazione e supervisione: Pietro Pavone
Elaborazione testi: Cristina Salmeri

Fotografie: Federico Oste, Pietro Pavone,
Ivan Sanfilippo, Giuseppe Siracusa,
Giovanni Spampinato

Impaginazione: Tony Puma
Progetto web: Vettore Rinascimento

Contatti

Parco delle Kentie

Via Mario Carbonaro
95018 Riposto CT
Tel e fax 095 9702092
e-mail: parcokentie@yahoo.it

 
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Betel

Le noci di betel sono in realtà i semi di una palma, Areca catechu, che, in molte regioni tropicali (soprattutto asiatiche), vengono largamente adoperati a fini masticatori.
Il consumo delle “noci” di betel è una pratica molto antica, assai diffusa e profondamente radicata nei costumi di molte popolazioni indigene, tra le persone di ogni classe sociale. Notizie sugli usi e sulle proprietà dei semi di betel già si rinvengono in un documento cinese datato tra il 180 e il 140 a.C., mentre in Europa le prime informazioni vennero introdotte da Marco Polo nel 1298.
I semi di Areca catechu, oltre ad essere ricchi di grassi, contengono diversi alcaloidi, tra cui l’arecaina, e molti tannini, uno di colore rosso, detto kuni o rosso-areca. Queste sostanze hanno la proprietà di stimolare la secrezione salivare e favorire la digestione, hanno effetti cardiotonici e azione vermifuga e astringente.
Il modo più comune di consumare le “noci” di betel è quello di tagliarle in fette sottili, avvolgerle nelle foglie di pepe di betel (Piper betle L.), preventivamente spolverate di calce, aggiungendo, talora, altre spezie, come cannella, noce moscata, cardamomo, catecù, ecc.
Si ottiene, così, il vero e proprio betel, sotto forma di bocconcini che vengono masticati dopo i pasti per profumare l’alito e aiutare la digestione, spesso anche per consuetudini sociali o riti cerimoniali. La presenza delle foglie di pepe di betel aggiunge anche un blando effetto narcotico, oltre al sapore aromatico piccante.
Le “noci di betel” presentano, tuttavia, l’inconveniente di annerire i denti e tingere la saliva di rosso, come conseguenza dei tannini contenuti in abbondanza.
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