Betel
Le noci di betel sono in realtà i semi di una palma, Areca
catechu, che, in molte regioni tropicali (soprattutto asiatiche), vengono
largamente adoperati a fini masticatori.
Il consumo delle noci di betel è una pratica molto antica,
assai diffusa e profondamente radicata nei costumi di molte popolazioni
indigene, tra le persone di ogni classe sociale. Notizie sugli usi e sulle
proprietà dei semi di betel già si rinvengono in un documento
cinese datato tra il 180 e il 140 a.C., mentre in Europa le prime informazioni
vennero introdotte da Marco Polo nel 1298.
I semi di Areca catechu, oltre ad essere ricchi di grassi, contengono
diversi alcaloidi, tra cui larecaina, e molti tannini, uno
di colore rosso, detto kuni o rosso-areca. Queste sostanze
hanno la proprietà di stimolare la secrezione salivare e favorire
la digestione, hanno effetti cardiotonici e azione vermifuga e astringente.
Il modo più comune di consumare le noci di betel è
quello di tagliarle in fette sottili, avvolgerle nelle foglie di pepe
di betel (Piper betle L.), preventivamente spolverate di calce,
aggiungendo, talora, altre spezie, come cannella, noce moscata, cardamomo,
catecù, ecc.
Si ottiene, così, il vero e proprio betel, sotto forma di
bocconcini che vengono masticati dopo i pasti per profumare lalito
e aiutare la digestione, spesso anche per consuetudini sociali o riti cerimoniali.
La presenza delle foglie di pepe di betel aggiunge anche un blando effetto
narcotico, oltre al sapore aromatico piccante.
Le noci di betel presentano, tuttavia, linconveniente
di annerire i denti e tingere la saliva di rosso, come conseguenza dei tannini
contenuti in abbondanza.
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