Nome
  PORRACCIO
Altri nomi volgari
  Porrandello.
Taxon
  Allium ampeloprasum L.
Famiglia
  Liliaceae
Etimologia
  Il primo termine del binomio è il nome latino che designava l`Aglio (Allium sativum L.), pianta affine al Porraccio. Esso sembra essere connesso al vocabolo celtico 'all' = bruciante, in riferimento all’odore e al sapore acre e pungente tipico dell`Aglio. Il secondo termine deriva dai vocaboli greci 'ampelos' = vite e 'prason' = porro, in allusione alla frequenza del Porraccio presso i vigneti e alla sua somiglianza con il Porro (Allium porrum L.)
Caratteri botanici
  Pianta erbacea perenne caratterizzata da un bulbo ovoideo con tuniche membranose di colore giallastro le esterne, bianche le interne, dal quale, in inverno, si origina uno scapo cilindrico, alto fino a 50-70 cm provvisto di lunghe foglie lineari, ampiamente inguainanti che lo avvolgono fino a metà della sua lunghezza. Nei mesi di aprile-maggio, alla sommità dello scapo si sviluppa un`infiorescenza ad ombrella, densa, globosa, composta da numerosi piccoli fiori bianco-rosei e sottesa da una spata caduca e univalve.
Habitat
  Si riscontra negli incolti aridi e ai bordi dei campi.
Parti commestibili
  Si raccolgono sia il bulbo (a testa) che i novelli getti (u tenniru) delle foglie.
Uso alimentare
Aromi Minestre Condimenti
  Il Porraccio viene impiegato soprattutto come aromatizzante. Nel territorio in esame, tale uso non è, al giorno d`oggi, molto frequente, mentre lo era qualche decennio fa. Si adoperava, principalmente, il bulbo per condire minestre, sughi e anche per insaporire il brodo di vitello e di pollo; anche le foglie tenere, tagliate a fettine e sbollentate, servivano per condire frittate. Un uso caratteristico del bulbo, ridotto a listelle, era come condimento delle cosiddette olive cunsate.
Commercio
  PORRACCIO
Diffusione
  Il Porraccio è utilizzato in alcuni piatti tipici della cucina toscana. Le guaine fogliari sono usate nelle minestre o nelle frittate, oppure crude, tagliate sottili, nelle insalate. Il bulbo si usa tritato per insaporire la carne, specialmente gli hamburger (RIGHI-PARENTI, 1985). In Maremma, è comune mangiare i bulbi di Porraccio crudi, con il prosciutto o la pancetta (CORSI e PAGNI, 1979a). Anche nel Veneto si fa uso dello scapo e delle foglie del Porraccio, ambedue tritati, per insaporire pietanze di vario genere.
Osservazioni
  - Il Porro Dal Porraccio è derivato l`ortaggio noto con il nome Porro (Allium porrum L.), il cui uso, però, non è frequente nella cucina siciliana. Nel Porro, la selezione ha portato alla drastica riduzione del caule, ridotto a un disco dal quale si originano in basso numerose radici e in alto diverse foglie inguainanti formanti, nell’insieme, un falso fusto, detto impropriamente “bulbo”, esternamente di colore bianco; questo rappresenta la porzione commestibile della pianta (TESI, 1987) . Il Porro è usato come ingrediente per zuppe o per minestre oppure cucinato in umido. La sua coltivazione risale a tempi molto remoti; pare, infatti, che fosse conosciuto già dagli antichi Egizi (BIANCO e PIMPINI (1990). - Il sapore pungente Tutte le specie del genere Allium sono contraddistinte da un tipico odore e un sapore più o meno acre e pungente che pervade tutta la pianta ad eccezione dei fiori i quali, invece, sono spesso profumati; il caratteristico odore è prodotto da un olio essenziale, ricco di composti volatili solforati che si liberano per reazione enzimatica allorché i tessuti della pianta vengono lesi. In questo caso, infatti, l’enzima alliasi reagisce con un glucoside solforato, alliina, scindendolo in glucosio e disolfuri allilici. Il gruppo allilico presente può essere in prevalenza di tipo metilico oppure propilico (come nella cipolla) o propenilico (come nell’aglio); l’odore caratteristico, più o meno pungente, delle diverse specie dipende dalle quantità relative di questi differenti gruppi allilici nei tessuti della pianta.
Nomi dialettali
Adrano: Agghiu porru
Belpasso: Specie ritenuta non commestibile nel territorio 
Biancavilla: non rilevato
Bronte: Agghiastru, Ghiastru
Castiglione: non rilevato
Linguaglossa: Agghiu porru
Maletto: Specie ritenuta non commestibile nel territorio
Milo: Agghiu porru
Nicolosi: Cipuddazzu, Agghiu porru
Pedara: Cipuddazzu
Ragalna: Agghiu porru
Randazzo: Aggioru, Agghiastru
San Giovanni: non rilevato
Santa Venerina: non rilevato
Zafferana: Agghiu porru
 
 
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