Flacourtiaceae
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Melo dei Cafri
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Aberia caffra Harv. & Sond. |
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Sinonimi |
Doryalis caffra (Hook. f. & Harv.) Warb. |
AreaOrigine |
Sud Africa (Natal, Capo di Buona Speranza) |
Etimologia |
Il termine generico deriva dal Monte Aber in Abissinia, dove fu trovata la prima specie di questo genere. Il termine specifico deriva dai Cafri, popolazione indigena del Sud Africa. |
Collocazione e caratteristiche |
Settore: |
VII 20 |
Numero: |
DF |
Collezione: |
Piante esotiche |
Dimensioni: |
Altezza: 7 m; diametro del fusto: 32 cm |
Stato di conservazione: |
Buono |
Disponibilità semi: |
Sì |
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Portamento |
Arbusto o piccolo albero, alto fino a 7 m, con rami provvisti di lunghe spine. |
Foglie |
Le foglie sono alterne, semplici, intere, obovate ed ottuse, di colore verde brillante. |
Fiori |
I fiori, unisessuali su individui diversi (specie dioica), sono piccoli, apetali, con calice partito, giallastro: i maschili con 8-10 stami, i femminili con calice persistente ed ovario sessile. |
Frutti |
Frutto carnoso, globoso, liscio, di colore giallo, commestibile, delle dimensioni di una piccola susina. |
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Coltivazione |
Predilige terreno fertile e ben drenato. Si coltiva all'aperto nelle regioni a clima mite, mentre richiede ricovero in serra durante l'inverno in quelle a clima più freddo. |
Propagazione |
Si moltiplica per talea. |
Uso |
Pianta non particolarmente ornamentale, adatta soprattutto a formare siepi a causa delle robuste spine. |
Interesse |
La specie è apprezzata per i frutti con polpa zuccherina, acidula, gradevolmente profumata, utilizzata nella produzione di marmellate. |
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