LE LOTTE PER L'AUTONOMIA


L'inizio del XIX secolo fece registrare un periodo di grande tensione allorquando: "... chiesero li stessi Giarresi avendo anche suscitati gli abitanti dello Riposto di essere dismembrati dalla Città (Mascali) ..." ed infine: "... La detta domanda fatta da Mascali di dismembrazione da se del borgo di Giarre ha dato luogo a vedersi piú deciso l'animo Regale nel voler conservare la città di Mascali nel dominio, e possesso sempre del suo territorio, mentre la M. S. in risposta con Real biglietto da 15 maggio 1815 disse di collettarsi Giarre ..."

Nel supremo interesse della futura lotta per l'autonomia, i Ripostesi lottarono Mascali e furono prima a fianco e poi uniti a Giarre. Fu dopo il 15.5.1815 che l'abile "Politica d'attesa" dei ripostesi si tramutò in "Politica d'azione"; infatti l’8-10-1815 Riposto chiese al Re, l'autonomia da Giarre.
Seguirono 27 anni di lotte in cui fiorirono molte leggende come quella della bella fanciulla napoletana Angela Maria Capece che per amore del suo fidanzato, il capitano ripostese Giuseppe Ligresti, in una lontana domenica dell'ottocento, al passaggio in carrozza del re Ferdinando secondo di Borbone dinnanzi al Palazzo Reale a Napoli, gridò: "Grazia, Maestà! Per l'autonomia di Riposto" con la complicità del ministro di polizia marchese Francesco Saverio del Carretto. Si dice che il re facesse fermare la carrozza ed accogliesse la supplica.
Ma la verità storica era che il processo di smembramento della vecchia Contea non s'era fermato con l'autonomia di Giarre, ma continuava; infatti il 17.4.1841 il re concesse l'autonomia di Riposto, ed in futuro altri comuni della Contea otterranno l'autonomia da Giarre.
Come i Ripostesi accolsero la sospirata notizia dell'ottenuta autonomia, ce lo tramanda il 17 maggio 1841 l'ispettore di polizia sottintendente N. Mandanici.