RIPOSTO
DOPO LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Ma la concquista della Libia attuata da Giolitti nel 1911-12
prima e la guerra mondiale del 1915-18 dopo, impoverirono Riposto
perché i suoi mercati di esportazione-importazione rimasero
chiusi fino al 1919 e molti dei suoi marinai morirono in guerra.
Dal febbraio 1919 al marzo 1920 tutta la vita
politicoamministrativa della città ruotava attorno alla figura
ed all'azione del Commissario Prefettizio cav. dott. Giuseppe
Grimaldi, che è passato alla storia del paese come il
realizzatore di grandi opere pubbliche; infatti basta leggere
quanto egli stesso scrisse sotto il titolo: "Per l'avvenire,
per la prosperità di Riposto" per capire il suo grande
amore per la nostra gente:
"... Ed eccomi giunto all'ultima parte del mio programma,
quella delle opere pubbliche, all'attuazione della quale ho
rivolto tutta la mia attività, con fede grandissima, quasi con
passione; guardando piú ai grandi e reali interessi del Paese,
piú al suo avvenire, anziché alle minute esigenze della sua
vita ordinaria di ogni giorno. Su questa parte della mia opera,
fatta si di ardimento e di tenacia, di lavoro silenzioso e
sfibrante, di lunghe lotte ostinate contro ogni sorta di
avversioni e di ostacoli, io non chiedo oggi alcuno giudizio al
Paese. Sarebbe troppo prematuro. Lo sentii, fin dai primi giorni
di questa mia travagliata gestione di dopoguerra, che mi toccava
di compiere un alto dovere: quello di far si che Riposto non
rimanesse indietro di un passo in quella marcia generale verso un
maggior benessere collettivo, che sembra scaturita, come una
grande forza creatrice, dal caos della guerra; ed ho cercato di
assolvere tale dovere con tutta la dedizione delle mie forze,
della mia volontà. Il frutto di tale opera, se ne avrà, non è
di quelli che maturano in una sola stagione.
A me è toccato il duro lavoro della preparazione e della semina;
altri raccoglieranno la messe e il plauso del compimento
dell'opera; ma mi è già sufficiente l'averla potuto iniziare e
condurre a buon punto con l'aiuto e il consiglio di egregi
cittadini e mercé l'alta protezione di un grande e sincero amico
di Riposto, l'on. Edoardo Pantano, il cui nome sarà per sempre
legato alla prosperità di Riposto ed alla rinascenza di questa
incantata plaga etnea, che egli ha prediletto con devozione di
figlio ..."
ed ancora:
"... sarà per me cagione di vero rammarico non potere
esaurire tutto il programma che mi proponevo di attuare nel vasto
campo dei bisogni cittadini. Ma d'altra parte, se io volgo
indietro uno sguardo al lavoro compiuto, pur in condizioni cosí
avverse, in mezzo a difficoltà le piú sfibranti, non potrei
rimproverare a me stesso di aver perduto il mio tempo, di aver
mancato al mio compito.
Ho fatto quanto era possibile fare; ho adempiuto la mia missione
piú che per un freddo senso di dovere, con vivo fervore di
entusiasmo; e non ho avuto altra mira che il bene pubblico, non
altra meta, avanti di me, che il miglioramento di questa cara
cittadina, a cui la natura ha largito tanta ricchezza; al cui
destino lindustre operosità dei suoi figli ha segnato
tanta fortuna.
E se la mia modesta attività avrà potuto contribuire a farla
avanzare di un passo nella via del suo meraviglioso progresso; se
la mia opera potrà meritare di venire, un giorno, ricordata come
spesa utilmente al servizio del Paese, sarà questa la mia piú
grande soddisfazione, questo il mio solo orgoglio ...".
Ricordiamo le principali opere pubbliche realizzate durante
l'amministrazione Grimaldi:
1) La costruzione del Palazzo Municipale e l'ampliamento della
Piazza S. Pietro.
Con il decreto 17 novembre 1918 n. 1698 il governo assegnava 500
milioni per mutui di favore ai comuni per l'esecuzione di opere
pubbliche. Il comune di Riposto che aveva già costruito le
scuole elementari,
l'Istituto Nautico e la Scuola di
Commercio aveva fatto dei tentativi, nel tempo, di acquistare uno
stabile da adibire a Municipio. Fu durante l'amministrazione del
Commissario Prefettizio Cav. Dott. Giuseppe Grimaldi che venne
seriamente considerato il progetto dell'ing. Previtera sulla
edificazione del nuovo palazzo municipale. Detto progetto
presentato nel maggio 1919, veniva approvato il 30 dello stesso
mese dall'Ufficio del Genio Civile di Catania, quindi trasmesso
al Ministero dei Lavori Pubblici. Successivamente il Comitato per
l'esame delle domande di mutuo, il 25 giugno, accordava al Comune
di Riposto un prestito di 320.000, all'interesse del 3 per cento
ammortizzabile in 35 anni per i suddetti lavori. Il progetto
prevedeva:
a) l'espropriazione e la demolizione della casa Calabretta già
adibita ad ufficio municipale, nonché gli immobili di proprietà
Caltabiano Paolo, eredi Alia Leonardo, Zuccarello Cosentino;
b) la costruzione di un edificio a tre piani lungo metri 46,22
profondo metri 18, alto metri 20, nel cui pianterreno doveva
sorgere un portico ad undici arcate, largo metri 4, 80;
c) l'ampliamento della Piazza S. Pietro. La spesa era di 420.000
lire di cui 139.225 per le esproprie. L'asta pubblica per
l'appalto avvenne il 27.12.1919 e fu vinta dalla Cooperativa
"La Edilizia di Riposto". Il comm. Giovanni Fiamingo
contribuí con 10.000 lire. L'opera fu iniziata nel 1920 e finita
nel 1926.
2) La costruzione del Mercato Pubblico.
L'ubicazione fu scelta sull'area occupata dalla vecchia pescheria
e dalle vecchie case allo sbocco a mare del corso Vittorio. Il
progetto fu fatto dall'ing. Previtera: il mercato, che occupava
550 metri quadrati, aveva due ingressi che immettevano
rispettivamente nel mercato del pesce e in quello della verdura;
erano previste cinque botteghe per rivendite di carni macellate e
salumi; fu, inoltre, progettato un casotto come ufficio delle
guardie municipali e peso pubblico, due serie di cessi e tre
vasche di acqua da bere e un sistema di bocche di innaffiamento,
nonché una fognatura per la pulizia dei locali. La costruzione
fu fatta in cemento armato capace di sostenere una seconda
elevazione da adibire in futuro ad uso pubblico.
La spesa preventiva era L. 108.000, per tale somma fu emanato un
decreto ministeriale del 29 dicembre 1919 che accordava al Comune
un mutuo. L'appalto venne preso dalla ditta Sebastiano Piana di
Catania il 6 marzo 1920. L'esproprio dei locali, appartenenti ai
fratelli Siliato, avvenne il 20 gennaio 1920.
3) La costruzione del Lungo Mare Riposto-Torre Archirafi.
Tale opera fu voluta principalmente dai cittadini di Torre
Archirafi che la caldeggiarono ad opera dell'abitante di Torre,
cav. Giuseppe Teramo, che tanto donò della sua operosità al
miglioramento della bella borgata. Il Commissario Prefettizio del
tempo, cav. Giuseppe Grimaldi, si rivolse al Ministero dei Lavori
Pubblici chiedendo il concorso governativo nella misura massima
consentita dal decreto legge 30 giugno 1918 n. 1901, cioé il 75
per cento a carico dello Stato e il 25 per cento a carico della
Provincia. Edoardo Pantano, allora Ministro dei Lavori Pubblici,
dispose accertamenti da parte dell'Ufficio Genio Civile di
Catania il quale diede parere favorevole alla costruzione della
strada. La domanda del Comune venne posta all'esame della
Commissione speciale per le strade del mezzogiorno che, l'8
novembre 1919, relatore l'ing. Simoncini, l'accoglieva
favorevolmente.
Il progetto, compilato dall'ing. Previtera, prevedeva una strada
che partiva dal caseggiato del Fanale, e che snodandosi lungo la
spiaggia per 1952 metri, giungeva a Torre Archirafi; la larghezza
doveva essere di 20 metri di cui 21 di carreggiata, due per le
canalette laterali, sette per i marciapiedi di 3,50 metri
ciascuno.
La spesa prevista era di 482.000 lire. Il progetto fu inviato il
16.12.1919 al Ministero e il Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici il 29.12.1919, relatore l'ing. Ghersi, l'approvò. L'on.
Edoardo Pantano, qualche giorno prima di dimettersi da Ministro
dei Lavori Pubblici, firmava il decreto che approvava la
costruzione e concedeva al comune 273.720 lire.
4) La costruzione dello Scalo di Alaggio a Torre Archirafi.
Nel 1914 lamministrazione comunale del tempo aveva
deliberato la costruzione di uno scalo d'alaggio a Torre
Archirafi per tirare a secco le barche di quella marina.
Ai sensi dell'art. n. 542 della legge 14 luglio 1907 aveva
ottenuto il relativo progetto dell'Ufficio del Genio Civile di
Catania, nonché il concorso governativo del 50 per cento della
spesa, il cui preventivo era di 124.30 lire. Ma la guerra fece
sospendere tutto; solo nel 1919 il progetto fu ripreso e
aggiornato; la spesa prevista fu di 26.000 lire ed ottenne il
consenso del Ministero dei Lavori Pubblici. L'appalto fu assunto
dall'impresa Licciardello Carmelo di Catania che lo eseguí. È
dello stesso periodo la realizzazione dell'impianto della luce
elettrica a Torre Archirafi.
5) La sistemazione delle strade dell'abitato e delle borgate.
Con decreto governativo del 28 novembre 1919 n. 2405 che
accordava ai comuni mutui per l'immediata esecuzione dei lavori
pubblici venne richiesto al Governo un mutuo di lire 200.000 che,
grazie all'interessamento di Edoardo Pantano, venne accettato.
Furono sistemate due strade di Torre Archirafi, nonché la strada
di Praiola; fu aperta la strada Cozzi nel fondo del sig.
Marcantoni Musumeci Politi e con l'interessamento del comm.
Salvatore Castorina, presidente della deputazione Provinciale; fu
lastricato Corso Umberto I e si iniziò la costruzione della
Trapunti-Altarello-Riposto. A tutto questo si debbono aggiungere
la sistemazione di via Regina Elena, via Dogana, nonché la
compra del 28 maggio 1919 di 1645 mt. di terreno per il
prolungamento delle vie Chianconello, Cappellini, Flavio Gioia,
ed ancora l'acquisto del terreno per il prolungamento di via
Roma, via Concordia, via Mulino.
6) Tentativo di soppressione della Banda Musicale "Città di
Riposto".
Dal 1890 quasi tutti i piccoli centri ebbero un corpo musicale;
ciò era un fatto d'orgoglio cittadino: il corpo musicale
gareggiava con quelli dei centri vicini e s'ingaggiavano
musicisti sempre piú bravi e di fama per dargli rinomanza, anche
a costo di grandi sacrifici finanziari. C'erano paesi che avevano
la banda, ma non le scuole, nè l'acqua, nè l'illuminazione.
Anche Riposto ebbe un rinomato Corpo musicale, che si sciolse nel
periodo della prima guerra mondiale per essere poi ricostituito
in tutti i suoi elementi a guerra finita.
Il mantenimento della banda musicale comportava una spesa di lire
10.739,10 nel 1918, salita a lire 26.662,95 nel 1919 e ancora di
lire 37.500 nel 1920; (a quel tempo, con questo denaro, avrebbero
potuto costruirsi le fognature e le case popolari).
Fu il Commissario Prefettizio dott. Giuseppe Grimaldi, nel 1919,
che pensò alla soppressione della banda musicale per un certo
periodo di tempo, finché, cioè, la situazione finanziaria del
Comune di Riposto non si fosse ristabilita dal collasso procurato
dalla guerra; ma questa prima decisione del Commissario
Prefettizio toccò da vicino la suscettibilità e l'amor proprio
dei Ripostesi che incominciarono ad agitarsi.
Allora il dott. Grimaldi rimise al loro volere ogni decisione al
proposito e il 14 aprile del 1919 inviò ai sodalizi locali la
seguente lettera: "... le esigenze della finanza comunale,
che occorre ristorare in ogni modo sia per riparare al gravissimo
dissesto causato dalla guerra, sia per fronteggiare i nuovi
bisogni che da ogni parte si affacciano ai compiti del Comune,
consigliano una urgente e radicale trasformazione del bilancio
con la ricerca di maggiori entrate e con la eliminazione di tutte
quelle spese che non siano dirette al vero benessere della
collettività. Fra tali spese è da annoverarsi quella per il
mantenimento della banda musicale, per cui il Comune sopporta un
onere non lieve, che, malgrado le riduzioni apportatevi, ascende
oggi a lire 12.000. Per varie circostanze, fra cui non ultima la
disgregazione causata dalla guerra, il corpo musicale civico, così
come è ora ridotto, non risponde più a nessun requisito
artistico, per cui si dimostra di una inutilità evidente.
Occorre dunque o ricostruirlo sul serio e dotarlo dei mezzi
adeguati, o sopprimerlo addirittura. La prima soluzione
importerebbe certamente un aggravio finanziario che non è
esagerato calcolare in lire 25.000. Sarebbe mio intendimento
adottare la misura della abolizione.
Ma prima di ciò fare, credo opportuno sentire in proposito il
parere dei cittadini. Il mezzo più idoneo a tale intento mi è
sembrato quello di rivolgermi ai sodalizi locali, che
rappresentano una così cospicua parte della cittadinanza e
interpellarli se aderiscono o meno alla mia proposta, e cioè
alla soppressione dal bilancio comunale della spesa per la banda.
Prego pertanto la S.V. di voler sottoporre tale questione
all'esame di codesto spettabile Sodalizio e di riferirmene poi,
per iscritto, l'esito. Dal giudizio della maggioranza trarrò la
norma opportuna per il provvedimento che dovrò adottare
...". A tale quesito alcuni sodalizi che raggruppavano i
soci della classe piú facoltosa risposero per la soppressione,
mentre gli altri che rappresentavano il ceto operaio furono non
solo per il mantenimento, ma per la riorganizzazione e il
potenziamento della banda. Si costituì un Comitato Cittadino per
il riordinamento del corpo musicale che, d'accordo con
l'Amministrazione Comunale, ottenne che il Comune contribuisse
alle spese con 20.000 annue, mentre il resto lo avrebbe versato
il Comitato. Così la banda venne riorganizzata anche se il
contributo del Comitato Cittadino si limitasse a 4.500 lire,
anziché 7.500. In seguito l'azione del Comitato cessò e
cessarono i suoi contributi; così, alla fine del 1919 la spesa
della banda, di lire 37.600, fu tutta a carico del Comune. La
banda continuò a vivere con alterne vicende fino a dopo la
seconda mondiale, quando fu definitivamente soppressa per
l'estrema povertà, della finanza comunale.
Intanto tra la fine del secolo XIX e l'inizio del secolo XX, si
completò la costruzione della chiesa di S. Giuseppe ed il
vescovo di Acireale, mons. Arista, chiamò a guidare la
parrocchia mons. Rosario Calì (ordinato sacerdote nel 1887) il
quale ne lasciò la guida il 3 agosto 1932 a P. Ferdinando
Brignano, dell'ordine dei Giuseppini.