Nome
  RAPASTRELLO
Altri nomi volgari
  Ravastrello, Ravanello selvatico, Ramolaccio selvatico, Gramolaccio.
Taxon
  Raphanus raphanistrum L. ssp. raphanistrum
Famiglia
  Cruciferae
Etimologia
  Il primo termine del binomio è il nome con cui i Greci e i Latini chiamavano il Ravanello coltivato (R. sativus L. var. sativus); esso si può considerare derivato dal greco 'raphys' = rapa oppure da 'raphis' = rafide, ago, in riferimento alla forma allungata e sottile della radice. Il secondo ha uguale origine con l’aggiunta del suffisso astrum usato in latino con valore riduttivo, per indicare in questo caso la pianta selvatica.
Caratteri botanici
  Pianta erbacea annuale, molto ramificata e ispida, dotata di una radice gracile e sottile e foglie inferiori lirato-pennatosette con segmento terminale slargato, le superiori ovali-lanceolate, dentate. Da marzo a giugno, produce fiori bianchi, venati di violetto. I frutti sono silique provviste di tipiche strozzature fra un seme e l`altro.
Habitat
  Il Rapastrello è diffuso su tutto il territorio italiano, dove cresce dal livello del mare fino a ca. 1000 m di altitudine negli incolti e nei coltivi, soprattutto quelli seminativi.
Parti commestibili
  Si raccolgono le cime (spicuneddi), le foglie ed il colletto (zona tra radice e fusto). Allo stadio giovanile il Rapastrello può essere confuso con altre giovani verdure mangerecce, quali il Cavolicello (Brassica fruticolosa Cyr.) e la Senape canuta (Hirschfeldia incana (L.) Lagreze-Fossat). Quest’ultima, detta in dialetto 'Amareddu', normalmente non cresce su terreno vulcanico, ma nelle zone di confine coi terreni sedimentari, dove i due erbaggi possono coesistere, la confusione è frequente per la notevole somiglianza; in certe località, difatti, l’ Amareddu è chiamato anche 'Razza marrali'.
Uso alimentare
Contorni Lessi
  Tutte le parti del Rapastrello hanno un tipico sapore piccante che conferisce alla verdura un “carattere” deciso, attributo, però, non gradito a tutti. Le cime e le foglie più tenere si preparano saltate in padella e costituiscono un classico contorno per la salsiccia, così come avviene con il Cavolicello. Le stesse parti dell`erbaggio si preparano anche lessate e condite con olio. In qualsiasi modo venga cucinato, il Rapastrello è, tuttavia, considerato una verdura più rustica dell`affine Cavolicello; da qui il detto popolare a razza non fa cauliceddi, alludendo a una persona grossolana che non ha speranza di divenire raffinata oppure a una stirpe infima che inevitabilmente resta tale. Il colletto, abbastanza tozzo, si prepara tranciando la pianta alla radice e troncando le foglie verso la base; si ottiene così un torso che si consuma crudo insieme alla salsiccia, come si fa con i Ravanelli.
Commercio
  RAPASTRELLO
Diffusione
  In varie parti dell`Italia il Rapastrello è considerato pianta mangereccia, anche se rustica. Le foglie si utilizzano allo stesso modo degli spinaci, le radici come il ravanello (CORSI e PAGNI, 1979a). Anche le foglie crude, con aggiunta di olio, aceto e sale, sono un buon condimento in cucina (POMINI, 1959). Nel Montefeltro, con questa verdura si prepara la “pasta verde”, prelevando le foglie crude più tenere, tagliandole e mescolandole a lungo con la pasta appena scolata, aggiungendo olio d`oliva e formaggio grattugiato. Nel Lazio il Rapastrello è tenuto in gran considerazione e sovente si rinviene nei mercati. L`erbaggio è noto anche all`estero. Le popolazioni dell`Est europeo, ad esempio, amano il forte sapore pizzicante del Rapastrello per meglio gustare la birra; a tale scopo masticano le radici della pianta allo scopo di stimolare la sete (DE ROUGEMONT, 1990).
Osservazioni
  - Il Ravanello Dal Raphanus sativus L., specie di origine incerta, forse ibrido fissato, coltivata e subspontanea, si sono selezionate alcune varietà orticole, tra cui il Ravanello (R. sativus L. var. sativus L. o R. sativus L. var. radicula Pers.) caratterizzato dall’ingrossamento del colletto, divenuto carnoso e edule; esso nelle diverse cultivar presenta forma, colore e sapore vari. - Il Rafano Il nome Rafano si riferisce ad una pianta mangereccia affine al Rapastrello, il Raphanus sativus L. var. niger Mill., detta anche Ramolaccio, caratterizzata dalla porzione del colletto ingrossata, carnosa e edule, sovente allungata e di colore da nero sino a bianco. Con lo stesso termine viene denominata anche la Armoracia rusticana Gaertner, Meyer & Scherb. (Cruciferae), pianta erbacea perenne con radice fittonante, allungata, carnosa, a polpa bianca e tegumento gialliccio. Si tratta di una specie ortiva, detta anche Cren o Barbaforte, coltivata nel Nord dell`Italia, la cui radice grattugiata viene utilizzata come condimento piccante. Per evitare equivoci sarebbe opportuno non utilizzare il termine Rafano, troppo generico, sostituendolo con i rispettivi sinomi sopra citati (DI VINCENZO, 1987; TESI, 1987).
Nomi dialettali
Adrano: Razza
Belpasso: Razza 
Biancavilla: non rilevato
Bronte: Razza
Castiglione: Razza
Linguaglossa: Razza
Maletto: Razza ruci
Milo: Razza
Nicolosi: Razza
Pedara: Razza
Ragalna: Razza
Randazzo: Razza
San Giovanni: Razza
Santa Venerina: Razza
Zafferana: Razza
 
 
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