Informazioni
Parco delle Kentie e museo didattico annesso

Orario di apertura: da lunedi a sabato dalle ore 9.00 alle ore 13.00 , escluso i giorni festivi.

Visite guidate solo su prenotazione tramite fax 095 9702092 oppure ai numeri 3406730633, 3294282293.
Il giardino
La serra
Il museo
Il territorio
Galleria fotografica
Storia di Riposto
Link
Credits

Comune di Riposto
Dipartimento di Botanica

Università di Catania

Ideazione e supervisione: Pietro Pavone
Elaborazione testi: Cristina Salmeri

Fotografie: Federico Oste, Pietro Pavone,
Ivan Sanfilippo, Giuseppe Siracusa,
Giovanni Spampinato

Impaginazione: Tony Puma
Progetto web: Vettore Rinascimento

Contatti

Parco delle Kentie

Via Mario Carbonaro
95018 Riposto CT
Tel e fax 095 9702092
e-mail: parcokentie@yahoo.it

 
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Piante coloranti

Il colore viene conferito da sostanze che per la loro particolare natura chimica sono in grado di assorbire selettivamente le radiazioni luminose dello spettro visibile, ovvero quelle che costituiscono la cosiddetta "luce bianca". Le radiazioni non assorbite sono emanate come luce riflessa provocando così la percezione del colore. Le superfici bianche riflettono la luce uniformemente, quelle nere l'assorbono totalmente.
Per comportarsi da colorante una sostanza deve potersi fissare più o meno stabilmente a un determinato substrato e, dal punto di vista chimico, deve presentare nella propria molecola particolari gruppi cromofori, come -NO2, -N=N-, -C=C-, -C=O-, nonché gruppi auxocromi, come -OH, -NH2, che servono ad aumentare l'intensità e la tonalità del colore.
I coloranti possono avere origine vegetale, animale oppure sintetica. L'impiego delle piante per ricavarne sostanze coloranti risale a tempi antichissimi: le pitture rupestri scoperte in molte grotte dell'era paleolitica, circa 25.000 anni fa, ne sono la prima testimonianza. Il loro uso per tingere cuoio, pelli e fibre, invece, trova traccia già nei reperti archeologici dell'era neolitica.
Numerosissime sono le specie impiegate nella tintura di fibre tessili, di alimenti e bevande, nell'industria cosmetica e in quella farmaceutica, così come svariate sono le parti usate a tale scopo: da corteccia, legno e radici, a foglie e germogli, come pure fiori e frutti. Alcune sono comunemente note, come l'hennè, la camomilla o il noce usati nell'industria cosmetica, oppure lo zafferano, la paprika o il caramello in quella alimentare; altre, invece, sono meno conosciute, ma largamente usate sin dall'antichità, come l'indaco e il guado, l'annatto, la curcuma, il sommacco, il cartamo e molte altre ancora.
L'uso dei coloranti naturali, che sino alla fine del 18° secolo aveva rappresentato l'unica modalità di tintura esistente, ebbe un grave declino con l'avvento, ai primi del Novecento, dei coloranti di origine sintetica, più pratici e versatili, ma spesso anche tossici.
Recentemente, la maggiore attenzione dei consumatori verso l'uso di prodotti d'origine naturale, non solo nell'alimentazione, ma anche per quanto concerne l'abbigliamento, la cosmesi, l'arredamento, ha comportato un rinnovato interesse anche per quei "colori della natura" di cui il mondo vegetale è ricco.

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