le piante alimurgiche
Le specie spontanee usate per l'alimentazione umana
nel territorio dell'Etna (Sicilia Orientale)
A cura di Salvatore Arcidiacono, Pietro Pavone & Cristina Salmeri
Allo scopo di salvaguardare l'importante patrimonio culturale legato
all'impiego alimentare delle specie della flora spontanea, è
stato realizzato un programma interattivo su uno studio etnobotanico riguardante
le piante commestibili presenti nel territorio dell'Etna.
Il programma prende in esame le piante spontanee commestibili in uso nei
15 comuni ricadenti all'interno della vasta area vulcanica che si
estende dalla costa ionica fino ai contrafforti delle Madonie e dalla
Piana di Catania fino alle propaggini dei Peloritani.
I dati si presentano sotto forma di schede, ciascuna delle quali riporta
il nome scientifico, il nome volgare più comune, i diversi nomi
dialettali, i principali caratteri botanici, le parti commestibili e le
modalità di raccolta, gli impieghi alimentari tipici e l'eventuale
commerciabilità, la diffusione dell'impiego gastronomico nel
resto della Sicilia, nonché le altre utilizzazioni, le credenze
popolari e il significato di particolari nomi comuni e dialettali.
Le specie spontanee di uso alimentare sono oltre la cinquantina. Si tratta
in prevalenza di emicriptofite, terofite e geofite appartenenti alle famiglie
Boraginaceae, Capparidaceae, Caryophyllaceae, Chenopodiaceae,
Compositae, Cruciferae, Dioscoreaceae, Iridaceae,
Leguminosae, Liliaceae, Malvaceae, Polygonaceae,
Portulacaceae, Ranunculaceae, Umbelliferae.
Le erbe selvatiche sono consumate per lo più cotte oppure crude
in insalata miste ad altre specie. Maggiormente apprezzate sono Brassica
fruticulosa Cyr., Asparagus acutifolius L., Foeniculum vulgare
Miller ssp. piperitum (Ucria) Coutinho, Crepis bursifolia
L., Hypochoeris neapolitana DC., Silene vulgaris (Moench.)
Garcke ssp. angustifolia (Miller) Hayek.
Alcune hanno usi alimentari selettivi: come mesticanze (es. Rumex scutatus
L., Sonchus oleraceus L.) o come contorno a specifiche pietanze
(es. Brassica fruticulosa Cyr., Raphanus raphanistrum L.).
Interessante è luso di Clematis vitalba L. e Tamus
communis L., dei quali vengono consumati solo i getti giovanissimi,
eduli in quanto pressoché privi dei principi tossici presenti, invece,
nelle parti adulte.
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